martedì 13 agosto 2013

CRESCE IL SETTORE MEDICALE, MA A RADDOPPIARE SONO SOPRATTUTTO LE IMPORTAZIONI

Nonostante l'economia brasiliana sia in frenata (il tasso di crescita per l'anno in corso viene stimato, nella migliore delle ipotesi, intorno al 2%) c'è un settore che non manifesta sintomi di crisi ma anzi promette di fatturare il 6% in più rispetto allo scorso anno: si tratta della produzione di strumenti per la diagnosi, la micro-chirurgia e alcuni tipi di terapia come il laparoscopio, l'endoscopio, le macchine a ultrasuoni, sonde e cateteri, rilevatori di parametri vitali, ausili ortopedici e apparecchiature usate in odontoiatria.
Una nicchia di mercato dominata dalle piccole e medie imprese, che fattura tra i 5 e i 10 miliardi di reais all'anno.
Secondo i dati forniti dalla Abimo, l'associazione delle imprese di settore, dal 2008 la crescita è costante (http://www.abimo.org.br/modules/content/content.php?page=dados-economicos) ma con una vistosa anomalia: ad aumentare sono soprattutto le importazioni il cui volume tra il 2007 e il 2012 è addirittura quasi raddoppiato.
Il motivo è dovuto al fatto che le imposte sono inferiori per le imprese straniere rispetto a quelle nazionali, il che determina un costo minore dei prodotti importati pari a circa il 18%.
"Un'aberrazione tributaria" come l'ha definita il presidente dell'Abimo, Paulo Henrique Fraccaro, intervistato ieri dal quotidiano Folha.
Il 27 e 28 agosto si terrà a San Paolo la seconda edizione della Fiera dedicata all'Md&M Brazil (Medical Device and Manifacturing).
Previsti più di 70 espositori, tra cui Epson, Honeywell, Nikon, Norgren e Sandvik.

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mercoledì 24 luglio 2013

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU': NO A MATRIMONI E ADOZIONI GAY

Non c'è solo l'incognita "sicurezza" nella visita di Papa Francesco in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù.
Un altro "fantasma" si aggira nel Paese sudamericano, tenuto a bada in questi primi mesi di papato e pronto a deflagrare in polemiche roventi. Sono i cosiddetti "temi etici", ovvero quei temi che sembrano di secondaria importanza ma sono capaci di dividere in fazioni contrapposte gli stessi cattolici (soprattutto se esponenti politici) e che si chiamano aborto, eutanasia, matrimoni e adozioni per coppie omosessuali.
Tutto sta in un libretto distribuito ai partecipanti nel "kit del pellegrino".
Nascosto tra la maglietta d'ordinanza e una miriade di gadget colorati c'è un manuale in cui, sotto forma di domande e altrettante risposte, vengono affrontati i temi sensibili.
"Tutti i modelli di famiglia sono validi, purché i figli siano amati"? è una delle domande a cui segue la risposta ufficiale della Chiesa: "Naturalmente è essenziale essere amati dai genitori, ma non basta. Siamo realisti: l'umanità si divide in maschi e femmine, la procreazione necessita degli uni e degli altri. Ogni bambino ha bisogno di un padre e di una madre per crescere".
Un'altra domanda pone il quesito se "Rifiutare l'adozione agli omosessuali non sarebbe omofobia". "No", è la risposta, "perché avere un figlio non è un diritto! Un figlio non è un bene di consumo, che viene al mondo per soddisfare le esigenze o i desideri dei genitori. Nonostante per qualcuno non poter aver figli possa essere causa di sofferenza, questa rivendicazione degli omosessuali non è legittima".
Quanto all'aborto il manuale critica l'espressione "interruzione di gravidanza" in quanto "maschera quella che è la realtà, ovvero l'uccisione di una creatura".
Anche la "morte dolce" viene condannata perché "morire con dignità significa essere rispettato, e non essere sottoposto a eutanasia".
Se la polemica non esploderà è perché alle migliaia di giovani di tutti il mondo accorsi a Rio forse non interessa tanto discutere di catechesi quanto piuttosto vivere emozioni forti e condivise.
E penso che neppure a Papa Francesco interessi in questo momento sollevare polveroni, che rischierebbero di minare l'eccezionale popolarità di cui gode.
Certo non mi illudo che la Chiesa di Papa Bergoglio possa impegnarsi in cambiamenti anche su questo fronte, avendone già aperti altri e di grande importanza come quelli della corruzione e delle lobby all'interno della Curia.
Certamente prima o poi si arriverà anche a parlare di questi temi.
Ma ogni cosa a suo tempo. Del resto non sta scritto anche nelle Beatitudini?

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sabato 20 luglio 2013

ALTA VELOCITA': A UN CONSORZIO ITALIANO L'APPALTO PER IL TRENO CHE COLLEGHERA' RIO E SAN PAOLO

Mentre in Italia si protesta contro i cantieri della Tav in val di Susa, in Brasile un consorzio di imprese italiane vince la gara d'appalto preliminare per la realizzazione del trem-bala, il convoglio ad alta velocità che collegherà le città di San Paolo e Rio de Janeiro.
E' di ieri infatti la notizia che la cordata costituita dalle imprese Geodata (/www.geodata.it) e Italferr (http://www.italferr.it/) ha sbaragliato con un'offerta a base d'asta di 77 milioni di reais la concorrenza di altre sette aziende, alcune delle quali sono dei veri e propri "giganti" nel settore come la francese Egis e la spagnola Ineco oltre alle brasiliane Progen, Concremat e Engevix.
Le imprese eliminate hanno protestato, ritenendo dovuti a rigore eccessivo nella selezione i motivi della loro esclusione.
Il consorzio vincitore dovrà invece predisporre un progetto esecutivo per una tratta di 511 chilometri di ferrovia.
La vittoria ha tuttavia un retroscena poco edificante, anche se gli attori non sono esattamente gli stessi.
Nel 2006 un'altra impresa italiana, la Italplan (http://www.italplan.com/) si era vista assegnare dal governo l'appalto per il trem-bala, ma l'offerta di realizzare l'opera al costo di 9 miliardi di reais era stata poi rigettata dal Tribunal de Contas da Uniao.
La disputa si concluse con una sentenza emessa in Italia che condannava il governo brasiliano a un risarcimento di 700 milioni di reais, in seguito alla quale furono messi sotto sequestro i beni dell'ambasciata del Paese sudamericano.
Ma la giustizia verdeoro ha finora impedito che la somma venisse rimborsata.

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FINANZIAMENTI PER LE PMI CHE VOGLIONO INTERNAZIONALIZZARSI IN AMERICA LATINA

E' dedicato ai finanziamenti per le Piccole e Medie Imprese che vogliono internazionalizzarsi nei Paesi dell'America Latina il seminario che si terrà lunedì 22 luglio presso la Camera di Commercio di Milano (h 8-13,30).
Organizzato da Rial (http://www.ri-al.org/), l'evento mira a fornire un quadro aggiornato e completo degli strumenti finanziari offerti dalle banche multilaterali.
Completamento dell'iniziativa tenutasi a Milano nel gennaio di quest'anno (http://miracolobrasil.blogspot.it/2013/01/le-pmi-alla-conquista-dell-america.html) il programma di lunedì è specificamente dedicato a conoscere i meccanismi di finanziamento per le aziende o i distretti che intendono intraprendere il cammino dell'internazionalizzazione.
Interverranno economisti, esponenti di prestigiose istituzioni finanziarie nazionali e internazionali, dirigenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Per il programma completo cliccare sul seguente link: http://www.ri-al.org/Conferenze_e_seminari/Seminari/Finanziare_LInvestimento_Estero_Delle_PMI_In_America_Latina_Il_Ruolo_Delle_Banche_Multilaterali.kl).

giovedì 27 giugno 2013

INTERNET FARA' SCOMPARIRE I GIORNALI? FORSE NO, SE SAPRANNO RENDERE PROTAGONISTI I LETTORI

I social network stanno decretando la fine dei media tradizionali?
La domanda è interessante, la risposta immediata (ma superficiale) direbbe "sì".
E invece non è proprio così.
"Molto di quello che si condivide su Facebook - scrive Marcelo Coelho sul quotidiano Folha de S.P. del 26 giugno - sia in termini di notizie che di opinioni, deriva da organi di stampa tradizionali... Chi sta protestando contro le spese per la Coppa del Mondo e gli altri mille problemi si è indignato grazie alle informazioni trovate sui giornali e in tivù".
E allora perché i manifestanti se la prendono tanto con i giornalisti?
"Grazie alla possibilità di esprimersi conquistata attraverso Internet - sostiene Coelho - le persone che manifestano nelle piazze si sentono mal rappresentate dai media tradizionali".
Insomma, la crisi di rappresentanza che stanno vivendo i cittadini non riguarda solo la politica ma anche i mezzi di comunicazione.
"Come i politici, così anche la stampa sembra dare importanza prevalentemente agli appuntamenti elettorali. Ma questo genere di notizie interessa a pochi - è l'opinione del commentatore - Le inchieste sulla corruzione e la cattiva amministrazione sono bruttissime e di difficile lettura. I tecnicismi allontanano i lettori, che non per questo devono però essere trattati da ignoranti".
Mi sembra molto interessante questa riflessione sulla crisi di rappresentanza dell'informazione.
Riguarda il Brasile, ma un po' anche l'Italia.

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mercoledì 26 giugno 2013

COPPA DEL MONDO: "OPERE PUBBLICHE SOLO PER I TURISTI, PER QUESTO IL POPOLO SI RIBELLA", DICE UN DEPUTATO DEL PT

Non si fermano le proteste nelle città brasiliane. Nonostante i successi ottenuti dal Movimento Passe Livre (abbassamento del costo del biglietto del trasporto pubblico, approvazione alla Camera della destinazione delle royalties derivanti dal petrolio a favore di sanità e istruzione e ricusazione della proposta che tendeva a limitare i poteri del Pubblico Ministero), sono previste anche per oggi nuove manifestazioni.
In San Paolo la convocazione per la giornata odierna è davanti alla sede della Camara Municipal per chiedere che venga attivata una Commissione Parlamentare di Inchiesta sui Trasporti.
Domani, sempre nella metropoli paulista, si terrà davanti alla Prefettura una conferenza pubblica sul tema "Tariffa zero e mobilitazione popolare".
"Il trasporto pubblico ha dei fondi neri - sostengono i militanti del Mpl sulla loro pagina Facebook (https://www.facebook.com/passelivresp) - Nessuno sa che cosa succede ai nostri soldi quando vengono incassati dalle imprese. Perché ridurre le tasse alle imprese se già ricevono centinaia di milioni dalle casse pubbliche senza nessun controllo da parte della popolazione? Vogliamo sapere la verità sulla mafia che c'è dietro alle imprese che operano nel trasporto pubblico e conoscere i profitti degli imprenditori responsabili per le sofferenze quotidiane della popolazione".
In tutte le grandi città i mezzi pubblici non sono efficienti e la gente passa ore nel traffico per raggiungere il posto di lavoro.
"Questo movimento ha successo perché ha fatto dell'efficienza del trasporto pubblico la propria bandiera - ha dichiarato al quotidiano Folha il senatore del Pt ed ex dirigente dell'Unione degli Studenti (Une) Lindbergh Farias - La gente è stanca di restare imprigionata tre, quattro ore al giorno su mezzi pubblici malfuzionanti. Anche la sanità e l'istruzione pubblica non funzionano bene e i giovani si ribellano".
Farias ricorda quando da ex leader studentesco "ci volevano quindici giorni per organizzare una manifestazione. Oggi, con la Rete e i social network, tutto si fa velocemente".
Per il senatore petista il Movimento è destinato a durare. Magari trovando un'altra "bandiera", come per esempio la richiesta di aumentare gli stipendi agli insegnanti.
E cosa pensa della "cacciata" dei militanti dei partiti politici dalle manifestazioni?
"I partiti si sono allontanati troppo dalla vita reale delle persone - è l'opinione di Farias - Per esempio, le opere pubbliche che stanno facendo a Rio per la Coppa del Mondo a chi sono destinate? A chi serve un bus rapido che va dall'aeroporto Galeao a Barra da Tijuca? Serve ai turisti. La gente questo lo capisce e si arrabbia".

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giovedì 20 giugno 2013

DIETRO LE PROTESTE UN MOVIMENTO NATO IN RETE. NEL MIRINO LA CORRUZIONE E I PRIVILEGI DEI POLITICI

Chi c'è dietro le proteste di piazza esplose all'improvviso in diverse città brasiliane?
Non sembra che siano i partiti politici, certamente non quelli di governo ma nemmeno quelli di opposizione, quanto piuttosto un movimento nato in Rete che ha anche una pagina Facebook e che si chiama "Movimento passe livre" (https://www.facebook.com/passelivresp).
Sarebbe proprio la viralità di internet e dei social network ad essere all'origine di una protesta che, partita dalle grandi città come San Paolo, Rio de Janeiro e Brasilia, si è poi espansa a macchia d'olio in buona parte del Brasile sud-orientale come ben mostra l'infografica elaborata dal quotidiano Folha de S.P. (http://www1.folha.uol.com.br/infograficos/2013/06/18872-balanco-das-manifestacoes.shtml).
Il raggruppamento, che si definisce "sociale, autonomo, orizzontale, indipendente e apartitico", afferma di battersi "per un trasporto pubblico gratuito e di qualità". L'obiettivo non sarebbe solo quello di cancellare i recenti aumenti (cosa peraltro già avvenuta in alcune città), ma di arrivare a una mobilità totalmente gratuita.
In realtà, però, questa sarebbe solo la cosiddetta scintilla che ha dato fuoco alle polveri.
In un video (http://www1.folha.uol.com.br/infograficos/2013/06/18872-balanco-das-manifestacoes.shtml) postato sulla pagina Facebook del Movimento un attivista dal volto travisato con la maschera di Anonymus afferma che sono cinque le cause per cui ci si sta battendo nelle strade e che daranno vita a un "nuovo Brasile": la prima contesta la cosiddetta Pec 37, ovvero una modifica della Costituzione che tende a limitare i poteri inquirenti del Pubblico Ministero; la seconda chiede le dimissioni del presidente del Senato, Renan Calheiros; con la terza si vuole che vengano puniti i responsabili delle presunte irregolarità nella realizzazione delle opere pubbliche per i Mondiali di calcio; la quarta riguarda l'approvazione di norme contro la corruzione dei parlamentari; la quinta e ultima vuole porre fine al cosiddetto "foro privilegiado" per i politici, ovvero la possibilità per questi ultimi di essere giudicati da un tribunale speciale invece che da quello ordinario.
Per le 17 di oggi (le 21 ora italiana) sono previste altre manifestazioni, quella di San Paolo sarà nella centralissima Avenida Paulista.

Tra gli attivisti è alto l'allarme per una possibile partecipazione di esponenti dei partiti, in particolare del Pt, il partito della presidenta Dilma Rousseff e dell'ex presidente Lula.

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martedì 18 giugno 2013

ALL'ORIGINE DELLE PROTESTE NELLE CITTA' C'E' LA CRISI DELLA CLASSE MEDIA

Che ne è del "miracolo" brasiliano? La domanda sorge spontanea vedendo scorrere in tivù le immagini delle proteste di questi giorni nelle principali città del gigante sudamericano.
Era un anno fa quando, avendo deciso di andare in Brasile per un viaggio di studio e lavoro (oltre che di piacere), ho dato vita a questo blog chiamandolo "miracolobrasil".
Perché, nonostante la situazione economica non fosse più quella eccezionalmente felice del 2010, i principali indicatori lasciavano ancora ben sperare nello sviluppo del Paese che, tra l'altro, all'interno dei Brics si è sempre distinto per una crescita accompagnata dalla costante preoccupazione per l'inclusione delle classi meno agiate.
La rivolta di questi giorni, apparentemente scatenata dall'aumento delle tariffe del trasporto pubblico, è probabilmente la spia della crisi della classe media, che ha visto negli ultimi decenni aumentare costantemente il proprio potere d'acquisto e il proprio livello di benessere.
Spinti dall'aumento del tasso di occupazione e della propria rendita, in condizioni di bassa inflazione e facilità di accesso al credito, milioni di brasiliani hanno potuto acquistare casa e automobile, due importanti status-symbol, oltre a una vasta gamma di beni di consumo prima inarrivabili.
Oggi le condizioni sono mutate: l'inflazione si avvicina pericolosamente al 7% e la prospettiva di un aumento dei tassi è reale.
Non solo. Mentre i brasiliani della classe media vedono vacillare le proprie certezze di un tenore di vita benestante, crescono le polemiche per le spese ingenti nelle opere pubbliche previste per i Mondiali 2014 e le Olimpiadi 2016. Come lo stadio Mané Garrincha a Brasilia, costato 1,2 miliardi di reais a fronte di una previsione iniziale di spesa pari a circa 754 milioni.
Spero di non sbagliarmi ma credo che, nonostante tutto, il Brasile abbia in sé gli anticorpi necessari a combattere questa congiuntura sfavorevole.
E anche le proteste di questi giorni mi sembrano tutto sommato un segno di vitalità più che di profondo malessere.

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mercoledì 10 aprile 2013

CURE DI BELLEZZA IN ORARIO DI LAVORO, COSI' LE AZIENDE COCCOLANO LE DIPENDENTI

Fare taglio e piega, manicure e pedicure, massaggi o altre cure di bellezza nel proprio ufficio durante l'orario di lavoro è il sogno di ogni donna.
In Brasile questo sogno è una realtà che va diffondendosi sempre più. Al punto che sono sorte imprese specializzate nel fornire queste prestazioni.
Come Beleza Delivery (http://www.blzdelivery.com.br/), con sede in Goiania, slogan pubblicitario "A beleza onde voce estiver" ("La bellezza a domicilio") perché, come viene spiegato sul sito "la vita di ogni giorno è una corsa continua e frenetica per le donne" e se le donne non hanno tempo di andare al salone saranno le estetiste a recarsi da loro in casa, in ufficio e perfino in albergo durante le trasferte di lavoro.
O come la Disk Manicure (http://www.blzdelivery.com.br/) di Fortaleza, una rete di franchising specializzata in trattamenti estetici per mani e piedi, i servizi generalmente più richiesti.
Le prestazioni rese in orario di lavoro sono generalmente pagate dalle stesse aziende, che ritengono così di rendere più confortevole la permanenza in ufficio alle proprie dipendenti. Queste, infatti, soprattutto impiegate in ruoli manageriali ma non solo (si pensi per esempio alle commesse degli esercizi commerciali) lavorano con orari prolungati che si concludono spesso intorno alle otto di sera. Difficile quindi riuscire nel corso della giornata a ritagliarsi uno spazio da dedicare alla propria persona.
Ma chi sono le aziende pioniere in questo aspetto così particolare della gestione delle cosiddette Risorse Umane?
Spesso sono aziende operanti in settori avanzati come quello tecnologico.
Ne è un esempio la Acesso digital (http://www2.acessodigital.com.br/materias.php?acesso=78&tipo=2&atual=57) con sede a San Paolo, specializzata in digitalizzazione di documenti.
Cliccando sulla pagina Diferencial em Ser Acesso (http://www2.acessodigital.com.br/materias.php?acesso=189&tipo=2) si legge un elenco di benefit concessi ai lavoratori da far impallidire Google, azienda che in questo campo ha fatto storia.
Scorrendo il lungo elenco di attività e iniziative destinate al benessere dei dipendenti si vede che mentre i  maschi possono dilettarsi con partite di futebol, gare di go-kart e happy hour a base di birra le donne usufruiscono di due club a loro dedicati: il Club do Esmalte, che prevede la distribuzione di kit personalizzati di smalto per unghie con colori differenti, e il Club da Luluzinha in cui oltre a lezioni di danza e pattinaggio su ghiaccio sono offerte sedute di maquillage e di parrucchiere.
Alle donne italiane, alle prese con problemi ben più difficili come quello della ricerca o del mantenimento di un posto di lavoro purchessia, tutto questo potrà sembrare inverosimile.
E invece non lo è. Perché anche così si fa funzionare l'economia, con collaboratori più soddisfatti e creando lavoro per altre imprese.

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sabato 30 marzo 2013

APPELLO AGLI EMIGRATI: "TORNATE A CASA, QUI C'E' LAVORO"

Il Brasile richiama i suoi emigrati. E lo fa con un portale a loro dedicato (http://www.brasileirosnomundo.itamaraty.gov.br/) dal significativo titolo "Portal do retorno" in cui si forniscono tutte le informazioni necessarie per un felice rientro in patria.
Si va dalle notizie sul mercato del lavoro e sull'imprenditoria a quelle più spicciole sui documenti necessari a regolarizzare la propria posizione una volta rientrati a casa. E per i più svantaggiati (rifugiati la cui domanda è stata rifiutata, clandestini, vittime della tratta, persone affette da malattia o semplicemente con reddito insufficiente per acquistare il biglietto aereo) esiste un programma apposito denominato "Apoio ao retorno voluntario e a reintegracao" che provvede a far superare qualsiasi difficoltà.
Ma al di là degli aspetti umanitari, questa iniziativa potrebbe essere dettata da un motivo prettamente economico: il Brasile, paese in forte sviluppo, è carente dal punto di vista della manodopera specializzata. E' risaputo che chi emigra in genere appartiene alla fascia di popolazione più scolarizzata e maggiormente dotata di risorse personali atte a superare i problemi che ogni emigrazione comporta.
Facilitare il loro rientro potrebbe costituire quindi una soluzione a quella carenza.
Nella sezione del portale dedicata al mercato del lavoro, infatti, una tabella specifica i settori in cui nel biennio 2011-2012 c'è stata maggiore espansione: in testa alla classifica si trova quello dell'agricoltura con + 8,69%, seguito dalle costruzioni (+ 7,13%) e dai servizi (3,5%).
Ma quanti sono i brasiliani all'estero? Secondo calcoli approssimativi (solo il Giappone è riuscito ad avere dati certi a questo riguardo) attualmente sarebbero 2,5 milioni. Negli ultimi cinque anni il rientro in patria avrebbe portato a una diminuzione del 30% circa.
La diaspora dei brasiliani è iniziata negli anni Ottanta ed è proseguita nei due decenni successivi. Causa principale dell'esodo è stata la difficile congiuntura economica, sociale e politica.
Secondo un'indagine realizzata per conto del quotidiano Folha de Sao Paulo oggi la situazione del paese viene percepita come "ottima" o "buona" dal 76% degli intervistati.
Ma, come detto, l'economia potrebbe avere un andamento ancora migliore se fosse colmata la carenza di manodopera specializzata che tanti problemi sta creando alle imprese locali e a quelle straniere che hanno scelto il Brasile per i loro investimenti.
Ecco quindi l'appello del Ministero degli Esteri, che attraverso il "Portal do retorno" invita i "figlioli prodighi" a tornare a casa.


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giovedì 28 marzo 2013

PAGAMENTI CON IL CELLULARE, LA NUOVA FRONTIERA DELLE BANCHE

Usare il telefono cellulare per i pagamenti in Brasile è una realtà che si sta diffondendo sempre di più.
Appurato che nel paese il 40% dei potenziali clienti non vuole aprire un conto in banca ma tutti generalmente possiedono un cellulare, gli istituti di credito non si sono lanciati in campagne martellanti per convincere i  renitenti bensì hanno pensato di sfruttare il potenziale rappresentato dal telefonino facendolo diventare strumento per gli acquisti.
Una nuova frontiera dell'espansione bancaria, che punta a un target valutato tra i 30 e i 40 milioni di consumatori.
Detto fatto, i principali istituti si sono lanciati su questo nuovo business stringendo accordi con le varie compagnie telefoniche: il Bradesco con la Claro, il Banco do Brasil con la Oi e l'Itaù con la Tim.
I sistemi, in alcuni casi non solo adatti agli smartphone ma anche ai cellulari di vecchia generazione, sono diversi. Per fare un esempio, uno di questi meccanismi richiede che il cliente fornisca alla cassa il suo numero di telefonino e immediatamente riceverà un sms crittografato tramite il quale potrà confermare l'acquisto dopo aver digitato una password. Naturalmente questo presuppone che il cellulare sia stato ricaricato con una somma, che può variare da un minimo di 100 a un massimo di 1.000 reais.
Ma che caratteristiche hanno i consumatori interessati a questo tipo di pagamento?
Sono persone che per qualche motivo diffidano delle banche, o perché in precedenza hanno fatto investimenti in perdita o perché sfiduciate a fronte di una eccessiva burocrazia richiesta dalle operazioni bancarie. Ma non solo. C'è anche una vasta area di lavoratori autonomi che non accendono un conto perché non hanno un reddito certo e dimostrabile o ancora un numero consistente di persone che hanno un basso reddito derivante da prestazioni precarie.
Dimostrando una notevole elasticità, il sistema creditizio brasiliano ha così trovato il modo di far entrare nel proprio raggio di influenza milioni di persone che ne sarebbero rimaste escluse.


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giovedì 14 marzo 2013

CONSERVATORE SUI DIRITTI CIVILI MA ATTENTO AI BISOGNI DEGLI "ULTIMI": COSI' LA STAMPA BRASILIANA VEDE IL NUOVO PAPA

"L'elezione di un Papa argentino dimostra che la Chiesa guarda con attenzione all'America Latina". Le parole pronunciate dall'Arcivescovo di Rio de Janeiro, dom Orani Tempesta, dimostrano che non c'è tristezza in Brasile per la mancata nomina di uno dei papabili più accreditati fino alla vigilia del Conclave, ovvero l'Arcivescovo di San Paolo dom Odilo Scherer (http://miracolobrasil.blogspot.it/2013/02/un-papa-brasiliano-perche-no-quasi-la.html).
Ma se non c'è particolare rincrescimento dalla stampa brasiliana non traspare nemmeno un eccessivo entusiasmo per l'elezione al soglio pontificio di dom Jorge Mario Bergoglio, che per il suo papato ha scelto il nome suggestivo di Francesco I.
La figura papale che emerge dai media è quella di un ecclesiastico "low profile", dai gusti semplici e sensibile alle tematiche degli "ultimi", i poveri e gli ammalati in primo luogo, certamente conservatore.
La polemica su una sua eventuale complicità con la dittatura militare argentina non trova molto spazio: l'episodio dei due padri gesuiti che dom Bergoglio avrebbe espulso nel 1976 dall'Ordine in quanto vicini alle idee della Teologia della Liberazione (http://it.wikipedia.org/wiki/Teologia_della_liberazione) e che in seguito a questo fatto furono imprigionati e torturati viene citato, ma si sostiene anche che fu poi lo stesso Bergoglio a recarsi personalmente dal dittatore Videla per chiederne la liberazione.
L'aspetto che invece viene sottolineato è il suo difficile rapporto con i governi di Néstor e Cristina Kirchner.
Con il primo, che criticò per il suo esibizionismo e per gli annunci contraddittori, ebbe solo rapporti formali.
Quando la moglie Cristina assunse l'incarico nel 2007 sembrò che le relazioni potessero essere più distese.
Si guastarono definitivamente tre anni dopo, quando il Parlamento ratificò una legge che consente il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l'adozione per le coppie omosessuali.
La presidenta difese la scelta del Parlamento dagli attacchi della Chiesa, che aveva parlato di "attentato all'ordine naturale", sostenendo che la legge era solo "una risposta a una realtà che già esiste".
Tuttavia la presa di posizione dell'arcivescovo non rimase senza effetto, perché la stessa Kirchner mise successivamente un freno a una proposta di legge per rendere legale l'aborto.
Sembra quindi che sul versante dei diritti civili e della morale sessuale non ci sia da aspettarsi grandi novità da questo Papa.
Del resto la Chiesa oggi ha problemi ben più gravi.
Se Francesco I, tenendo fede al santo a cui ha scelto di ispirarsi, portasse in Vaticano una ventata di genuino spirito evangelico, sarebbe già molto.


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martedì 5 marzo 2013

ELEZIONI: PER LA STAMPA BRASILIANA ITALIA CONDANNATA A UNA "DERIVA INESORABILE"

L'Italia e la sua "strana" situazione post-elettorale (esito della precedente "strana maggioranza"?) sono sotto la lente d'ingrandimento di tutti i media a livello internazionale.
Non fa eccezione la stampa brasiliana, e del resto come potrebbe? In Brasile vive la più grande comunità di emigrati italiani nel mondo, con oltre 25 milioni di cittadini che vantano radici nel Belpaese.
Diciamo subito che per quanto si legge sui quotidiani brasiliani i nostri politici non ne escono un granché bene, anzi diciamo pure che ne escono malissimo.
Il candidato del Pd, Pierlugi Bersani, viene definito un "comunista riciclato" e dipinto come una persona "grigia" e con scarso appeal.
Di Monti si sottolinea quello che viene considerato senza mezzi termini "un insuccesso totale", nonostante gli si attribuisca il sostegno degli imprenditori (e questo non è del tutto vero), della Chiesa e dell'Unione Europea. Lo scarso consenso raccolto dalla coalizione, alla cui testa è sceso in campo il Presidente del Consiglio uscente, viene attribuito alla "tremenda recessione" dell'economia durante il suo mandato anche se gli si riconosce il merito di aver salvato l'Italia dall'abisso sull'orlo del quale era stata portata dal precedente governo Berlusconi.
Al Movimento 5 Stelle si attribuisce un ottimo risultato elettorale, ma il suo leader Beppe Grillo non suscita nessuna simpatia. Del comico, definito "imprevedibile", si mette in evidenza una grave contraddizione:"Rifiuta l'etichetta di "antipolitica", - scrive sul quotidiano Folha de Sao Paulo l'inviato Clovis Rossi - "ma è difficile sfuggire a questa definizione quando lui definisce i politici degli zombie".
Ancora più duro l'affondo se si passa ai commenti dell'altro grande quotidiano paulista, O Estado: "Questa ambiziosa costruzione politico-economica che si chiama Unione Europea, con più di mezzo secolo di vita, composta da 27 Stati, è nelle mani di un comico, di un vecchio pagliaccio della TV" - scrive Gilles Lapouge - che parla senza mezzi termini di "deriva inesorabile dell'Italia".
Ora domandiamoci: quanto questa immagine fosca del nostro Paese arriverà a compromettere le relazioni economiche in atto tra Italia e Brasile?
Forse non tutti sanno che là operano centinaia di imprese italiane che in questi anni stanno faticosamente cercando di reagire alla crisi attraverso quel difficile processo che si chiama internazionalizzazione.
E con quale autorevolezza il ministro dell'Ambiente Clini il 13 marzo volerà a Brasilia per partecipare a un seminario sulla "Collaborazione italo-brasiliana per lo sviluppo delle infrastrutture"?
Domande retoriche, essendo scontata la risposta. Ma purtroppo molti italiani ancora non se ne rendono conto.


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domenica 24 febbraio 2013

UN PAPA BRASILIANO, PERCHE' NO? QUASI LA META' DEI CATTOLICI RISIEDE IN SUDAMERICA

Tra i "papabili" alla successione di Benedetto XVI figura anche l'attuale arcivescovo di San Paolo, il 63enne dom Odilo Scherer
Discendente da genitori di nazionalità tedesca immigrati nello Stato del Rio Grande do Sul, è stato nominato  arcivescovo della metropoli paulista nell'anno 2007, dopo essere stato per cinque anni vescovo ausiliario.
Dalle interviste da lui rilasciate emerge un profilo di ecclesiastico non propriamente conservatore ma sicuramente molto moderato
Interrogato a proposito della "Teologia della Liberazione", che negli anni Settanta aveva creato un grande movimento rinnovatore all'interno della Chiesa latino-americana, ha affermato che questa dottrina "non ha più ragione di esistere a causa della incompatibilità tra ideologia marxista e teologia cristiana" pur riconoscendo che ha avuto qualche merito nel porre all'attenzione temi come la giustizia sociale e la liberazione dei popoli oppressi. 
Anche in altri ambiti, come quello del rapporto tra Chiesa e fedeli divorziati, ha rivelato posizioni non di netta chiusura ma tuttavia aderenti all'ortodossia, sostenendo che "i divorziati non possono accostarsi ai sacramenti, anche se non devono necessariamente essere allontanati dalla comunità ecclesiale" (http://www.youtube.com/watch?v=jx5Zg5sJgjM).
Più preoccupante la posizione espressa sullo scottante tema della pedofilia.
Nonostante sia ormai accertato che si tratta di una piaga molto diffusa tra il clero, dom Odilo ha mostrato di voler minimizzare il fenomeno affermando che "il problema non è solo della Chiesa e la prova sta nel fatto che il 90% dei casi di pedofilia si verificano in famiglia" http://www.domluizbergonzini.com.br/2012/05/e-dificil-separar-religiao-e-politica.html).
Insomma, niente a che vedere con figure carismatiche e progressiste come quella di dom Helder Camara o  di dom Paulo Evaristo Arns, già arcivescovo di San Paolo negli anni della dittatura militare.
L'elezione di un papa latino-americano avrebbe tuttavia una motivazione a mio avviso determinante: i cattolici del Sud America costituiscono oltre il 49% di tutta la popolazione cattolica mondiale.


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lunedì 4 febbraio 2013

VOTO ALL'ESTERO: "RISCHIO CARNEVALE" PER GLI ITALIANI RESIDENTI IN BRASILE

In una campagna elettorale all'insegna delle false promesse e nella quale trova spazio perfino il folle auspicio di un attentato di Al Qaeda che rada al suolo la sede del nostro Parlamento, pochissimo si parla del voto degli italiani residenti all'estero.
Eppure nel 2006 fu grazie a tre seggi del Senato conquistati fuori dai patri confini che il governo Prodi riuscì a insediarsi, compensando i circa 500mila voti in meno ottenuti.
Sulla stampa brasiliana comincia ora ad apparire qualche scarna notizia, confinata in taglio basso.
Nell'America del Sud sono 350mila gli elettori, chiamati a eleggere quattro deputati e due senatori. 
I candidati residenti in Brasile sono 19: tre dell'Usei (Unione Sudamericana Emigrati Italiani), quattro del Maie (Movimento Associativo Italiani all'Estero), tre del Partito Democratico, due del Popolo della Libertà, due di Italiani per la Libertà e ben cinque del Movimento di Beppe Grillo.
La loro campagna elettorale verte in genere sulla promessa di ottenere procedure più snelle per il conseguimento della cittadinanza italiana e per lo svolgimento delle pratiche pensionistiche.
Per poter votare gli italiani residenti in Brasile devono essere iscritti al registro dell'Aire (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero).
Il voto viene espresso tramite il canale postale. Entro il 6 febbraio verrà recapitata a tutti gli aventi diritto una busta contenente il certificato elettorale, la scheda elettorale, la lista dei candidati e una seconda busta preaffrancata che dovrà essere rispedita alla sede del Consolato entro e non oltre le ore 16 del 21 febbraio.
Si spera solo che il rito del Carnevale, che si sta celebrando in questo periodo in Brasile con ben altra enfasi rispetto a quello italiano, non pregiudichi la partecipazione al voto dei nostri compatrioti.


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lunedì 28 gennaio 2013

SAN PAOLO: MIGLIAIA DI PARTECIPANTI AL CAMPUS PARTY PER UNA TECNOLOGIA AL RITMO DEL SAMBA

Prende il via oggi a San Paolo nella zona del Parque Anhembi il Campus Party, considerato il più importante evento tecnologico del mondo. Nella scorsa edizione si sono contati 7.500 partecipanti, per l'attuale ne sono previsti 8.000.
Per cinque giorni si alterneranno conferenze, dibattiti e laboratori durante i quali esponenti delle principali comunità digitali del paese potranno non solo analizzare le tendenze del momento ma anche condividere e produrre nuove realtà all'insegna di quella parola magica che è l'innovazione.
Tutto questo è reso possibile dal fatto che i partecipanti soggiornarno all'interno di cinquemila casette, ricreando quindi l'atmosfera del campus universitario. Una vasta area è poi dedicata all'Expo, dove le maggiori marche offrono ai visitatori la possibilità di sperimentare le novità presenti sul mercato.
Quando si pensa al Brasile la tecnologia non è certo tra le prime associazioni che vengono in mente.
Eppure anche il gigante sudamericano ha la sua Silicon Valley, qui ribattezzata "Vale do Silicio", nome che si riferisce a diverse aree del paese come Recife, Rio de Janeiro, Porto Alegre e Florianopolis, ma soprattutto alla città di Campinas, nei pressi della megalopoli paulista, dove sono presenti oltre trenta grandi realtà del settore come Ibm, Lucent, Compaq e Hp.
Ma il terreno comincia a essere fertile anche per le nuove realtà, le cosiddette startup (http://startups-brasil.com/), imprese generalmente fondate da giovani creativi che necessitano di "incubatori", ovvero di società o individui che credano nelle loro potenzialità al punto di investire tempo e denaro per aiutarle a crescere.
Una di queste società è per esempio la Devise (http://devisetech.com.br/pt-br), creata nel 2009 a Rio de Janeiro da Fernando Campos, che ha già dato vita a diverse realtà quali Nuuvem, primo marketplace di giochi per PCs; o come Easy Food, sistema di gestione per le mense scolastiche, attraverso cui i genitori possono controllare l'alimentazione dei figli a scuola con una carta pre-pagata evitando l'uso di denaro contante e rendendo pià facile e veloce la preparazione e la distribuzione del cibo; o ancora come Kuapo, il primo e più completo album di figurine online a livello mondiale.
Forse la biografia di Fernando Campos - venditore porta a porta di prodotti naturali, operaio in un'impresa di gadget per feste, impiegato in banca e agente di commercio prima di diventare imprenditore - potrà far storcere il naso a qualcuno. Ma sicuramente rende bene l'idea del fermento e della capacità di innovare e innovarsi che caratterizzano il mondo delle startup.

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lunedì 21 gennaio 2013

SORPRESA, IN BRASILE ANCHE IL MASCHIO E' VANITOSO

Che in Brasile il culto della bellezza corporea fosse molto diffuso è cosa risaputa, ma si attribuiva questa tendenza esclusivamente alle rappresentanti del cosiddetto "gentil sesso".
E invece... sorpresa! Anche il  maschio brasiliano cura l'estetica e non consuma più solo prodotti basici come deodorante e dopobarba ma anche altri articoli come le creme per la pelle.
Quanto poi a shampoo e gel per capelli, se prima era la moglie ad acquistarli per tutta la famiglia senza distinzione di sesso, ora il marito preferisce far da sé e comperare in proprio tubetti e flaconi che riportino sull'etichetta la scritta "for men".
Alcune case produttrici di cosmetica come Nivea e Dove, fiutata l'aria, si sono lanciate nella confezione di linee specifiche che sono andate subito a ruba. Anche la Gillette, marchio noto per la produzione di rasoi e lamette da barba, ha ampliato il proprio catalogo con deodoranti e creme a uso rigorosamente maschile.
La Axe, della multinazionale Unilever, ha recentemente realizzato una campagna di comunicazione in cui il Brasile ha un ruolo di assoluto rilievo.
Del resto i numeri parlano da soli. Secondo dati forniti dal quotidiano "Folha de Sao Paulo" tra il 2006 e il 2011 il mercato dei prodotti per uomo è cresciuto del 163%, per un volume di affari di 4 miliardi di dollari. Attualmente a guidare la classifica del consumo sono gli Stati Uniti, ma gli analisti prevedono che nel 2015 il Brasile diventerà il primo mercato a livello mondiale.


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domenica 13 gennaio 2013

LE PMI ALLA CONQUISTA DELL' AMERICA LATINA, UN MERCATO DA 750 MILIONI DI CONSUMATORI

"Oggi non si va all'estero per produrre a costi più bassi, ma per presidiare un mercato in cui competono le eccellenze di ogni Paese".
Così il responsabile Ufficio Sviluppo Internazionalizzazione di Intesa Sanpaolo, Andrea Fiori, intervenuto nel corso del seminario sul "Partenariato Strategico America Latina-Unione Europea" svoltosi venerdì scorso a Milano presso la sede della Regione Lombardia e promosso in collaborazione con Rial, Assolombarda, Camera di Commercio e Promos.
Un concetto poi ripreso dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, nell'intervento che ha concluso la sessione mattutina.
"Non basta più puntare sul basso costo del lavoro ma occorre puntare sulla competitività", ha affermato il ministro.
Le imprese sono avvertite. Se vogliono internazionalizzarsi devono entrare in quel circuito virtuoso che passa da informazione, innovazione e competitività, come ha ricordato il direttore del Cespi José Luis Rhi-Sausi, il quale ha però ammesso che oggi questo percorso in America Latina presenta diverse criticità.
Forse perché il focus del seminario era sulle piccole-medie imprese, che del resto, come ha ricordato il governatore Roberto Formigoni, "costituiscono la spina dorsale dell'economia italiana".
Qualche dato confortante però c'è.
Attualmente in Brasile sono 700 le imprese nate da investimenti italiani. Segue il Messico, con 400 aziende. Numeri rilevanti, ma che potrebbero anche aumentare se l'accordo di associazione tra Unione Europea e Mercosur diventasse realtà.
Purtroppo l'accordo, ha ammesso Terzi, non è ancora a portata di mano. Qualora si realizzasse si aprirebbe un mercato popolato da 750 milioni di consumatori!
Una testimonianza significativa, anche se avrebbe meritato un maggior approfondimento, è venuta dal direttore finanziario di Arvedi-Metalfer, Corrado La Malfa.
Il gruppo, che in Italia ha base a Cremona (http://www.arvedi.it/it/1/Homepage.htm), da circa un mese ha aperto uno stabilimento nei pressi di San Paolo.
Il progetto è partito un anno fa.
"A spingerci - ha sottolineato La Malfa - sono stati alcuni nostri clienti europei già presenti nel Paese sudamericano. Dopo aver verificato che prodotti con la qualità di quelli da noi offerti non esistevano sul mercato brasiliano e pensando alle potenzialità che offre anche in vista dei Mondiali e delle Olimpiadi abbiamo preso la nostra decisione".
Lo sbarco di Arvedi in Brasile è stato  reso possibile anche grazie alla collaborazione con Simest e altre agenzie finanziarie.
La sessione pomeridiana del seminario è stata quindi dedicata interamente agli strumenti finanziari per lo sviluppo del partenariato tra Pmi europee e America Latina, con interventi di rappresentanti dei principali istituti bancari e della stessa Simest.


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