venerdì 21 dicembre 2012

SONDAGGIO: SE SI VOTASSE OGGI IL PARTITO DI LULA VINCEREBBE AL PRIMO TURNO

Se si votasse oggi per le presidenziali in Brasile il partito di Lula e Dilma vincerebbe al primo turno.
Secondo un sondaggio dell'istituto Datafolha, i cui risultati sono stati resi noti venerdì scorso, l'attuale presidente oscilla (a seconda dei differenti scenari) tra il 53 e il 57% dei consensi, mentre il suo predecessore si attesta al 56%.
In Brasile vince al primo turno chi prende più del 50% dei voti validi: nelle ultime tre tornate elettorali (2002, 2006, 2010) il Pt ha vinto, ma sempre al secondo turno.
L'esito del sondaggio ha del clamoroso, considerato che negli ultimi tempi il Partido dos Trabalhadores è stato al centro di uno scandalo per corruzione di proporzioni considerevoli, che ha visto coinvolti in modo diretto tre alti dirigenti e che in base alla deposizione di uno dei principali imputati è arrivato a sfiorare lo stesso ex presidente Lula.
Dilma e Lula dunque vincono ma, è bene precisare, solo se agli intervistati viene sottoposta una rosa di nomi entro cui scegliere.
Quando invece si tratta di rispondere in modo spontaneo a una domanda aperta, le percentuali scendono notevolmente per entrambi, con un netto vantaggio di Dilma (26%) su Lula (12%).
Tra gli altri contendenti spicca il nome della leader dei Verdi e candidata alle presidenziali 2010 Marina Silva, che si aggiudica in tutti i possibili scenari il secondo posto attestandosi tra il 13 e il 18%.
Interessante anche il posizionamento del presidente del Supremo Tribunal Federal nonché relatore nel processo del mensalao, Joaquim Barbosa, che nel confronto con il candidato Lula si aggiudica un dignitoso terzo posto con il 10% dei consensi.
Tutto bene quindi per il partito di governo?
Secondo un'analisi più dettagliata dei risultati della ricerca a premiare il Pt sarebbe la percezione diffusa relativamente alla stabilità economica del Paese e all'inclusione sociale di vasti strati di popolazione il cui merito verrebbe attribuito ai governi guidati da Lula e Dilma. A riprova di ciò, nelle classi sociali in cui le aspettative riguardo ai temi economici e del lavoro risultano più appagate, la presidente Dilma arriva addirittura a ottenere il 70% dei consensi.
Ma se il Pt vorrà correre nel 2014 senza sorprese dovrà vedersela con quel settore di popolazione, che geograficamente coincide con il Nord-Est e a livello sociale con le fasce più svantaggiate e meno scolarizzate, che giudica insufficiente l'azione dell'attuale esecutivo per quanto riguarda la sicurezza. Argomento in cui, più che i dati statistici, conta la percezione e lo stato d'animo dei cittadini.


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mercoledì 12 dicembre 2012

MENSALAO, L'ACCUSA DI VALERIO: "LULA COMPLICE DELLA CORRUZIONE"

Lo scandalo del "mensalao" sfiora l'ex presidente Lula. Secondo la deposizione dell'imprenditore Marcos Valerio, condannato a 40 anni di reclusione, l'ex presidente sarebbe stato al centro della trama non solo perché informato dell'attività illecita ma anche perché a questa avrebbe concesso il proprio esplicito assenso.
Valerio ha inoltre confessato di aver dato del denaro a Lula per finanziare alcune spese personali: i soldi sarebbero stati depositati sul conto di una società di proprietà di Freud Godoy, all'epoca assistente di gabinetto nel governo di Luìs Inacio da Silva.
Altri colpi di scena potrebbero emergere dalla deposizione dell'imprenditore. Le sue rivelazioni, rese alla Procura generale della Repubblica nel tentativo di alleggerire la pesante pena inflittagli dai giudici, hanno riempito tredici pagine nel corso di una deposizione spontanea durata tre ore.
Pronta la reazione dei dirigenti del Pt (Partido dos Trabalhadores), secondo i quali le dichiarazioni di Valerio sarebbero solo un "tentativo disperato" per ridurre la propria condanna.
Nella nota divulgata alla stampa non manca anche una rivendicazione orgogliosa di quanto fatto dal partito negli ultimi dieci anni, "periodo in cui il Brasile ha vissuto un processo di sviluppo storico, nel quale le classi popolari per la prima volta sono diventate protagoniste".
Ricordando il successo ottenuto dal Pt alle recenti elezioni amministrative si afferma poi che "la campagna diffamatoria non conseguirà l'obiettivo di macchiare il lavoro che il partito ha fatto in difesa del paese, della democrazia e, soprattutto, delle classi più povere".
I condannati del "mensalao" sono in tutto 25. Tra questi figurano tre alti dirigenti del Pt: José Dirceu, ex capo di gabinetto, condannato a 10 anni e 10 mesi; José Genoino, ex presidente del partito (6 anni e 11 mesi); Delubio Soares, ex tesoriere (8 anni e 11 mesi).
Il termine con cui si suole nominare lo scandalo sta a indicare il pagamento di una sorta di "stipendio" ai deputati dell'opposizione che il partito al governo negli anni 2003-2005 avrebbe erogato affinché questi votassero alcune leggi ritenute di fondamentale importanza.
L'imprenditore Marcos Valerio, secondo lo schema ricostruito dal Supremo Tribunale Federale, per finanziare il partito di Lula e corrompere deputati di altri partiti avrebbe ottenuto dalla banca Bmg (Banco de Minas Gerais) falsi prestiti  che servivano da copertura di ingenti somme di denaro conseguite tramite contratti irregolari con l'impresa Visanet. Quest'ultima appartiene al Banco do Brasil, la cui proprietà è a maggioranza pubblica.


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giovedì 6 dicembre 2012

IL BRASILE CELEBRA CHI SI OPPOSE ALLA DITTATURA E PIANGE IL GRANDE NIEMEYER, SIMBOLO DI UN'ALTRA RESISTENZA

Riabilitazione per 173 deputati che furono destituiti durante gli anni della dittatura militare brasiliana (1964-1985). Oggi, 6 dicembre, agli ex-parlamentari verrà simbolicamente restituito il mandato nel corso di una celebrazione solenne alla Camera. Solo 29 di loro sono ancora in vita.
Appartenevano a partiti che si opponevano al regime, ma anche a formazioni politiche che della dittatura furono in parte complici. Lottavano per cambiare il Paese e per questo vennero privati delle loro prerogative con atti istituzionali o decreti presidenziali.
Oggi saranno ricevuti con tutti gli onori dal presidente della Camera, Marco Maia, e dalla deputata Luiza Erundina. A quest'ultima, che presiede la Comissao Memoria, Verdade e Justica, si deve l'ideazione dell'evento.
Il Brasile non perde occasioni per restituire, soprattutto ai più giovani, la memoria storica dei suoi tempi bui. La commissione presieduta da Luiza Erundina, istituita nel maggio scorso, vuole indagare sulle violazioni dei diritti umani avvenute a opera di agenti dello Stato sotto i governi militari.
"Lembrar é resistir", è scritto all'ingresso del Museo della Resistenza di San Paolo.
"Ricordare è resistere". Il Brasile guarda al futuro, ma non dimentica il passato.
Nello stesso giorno in cui celebra i resistenti, il Paese piange un altro pezzo di storia che se ne va.
Ieri a Rio de Janeiro è morto Oscar Niemeyer, uno dei più grandi architetti del Novecento, noto soprattutto per aver progettato gli edifici della capitale Brasilia e pioniere dell'uso del cemento armato.
Niemeyer aveva 104 anni e fino all'ultimo ha lavorato e vissuto intensamente. Simbolo di un'altra resistenza, quella di chi non si arrende alle ferite del tempo che scorre.


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