domenica 24 febbraio 2013

UN PAPA BRASILIANO, PERCHE' NO? QUASI LA META' DEI CATTOLICI RISIEDE IN SUDAMERICA

Tra i "papabili" alla successione di Benedetto XVI figura anche l'attuale arcivescovo di San Paolo, il 63enne dom Odilo Scherer
Discendente da genitori di nazionalità tedesca immigrati nello Stato del Rio Grande do Sul, è stato nominato  arcivescovo della metropoli paulista nell'anno 2007, dopo essere stato per cinque anni vescovo ausiliario.
Dalle interviste da lui rilasciate emerge un profilo di ecclesiastico non propriamente conservatore ma sicuramente molto moderato
Interrogato a proposito della "Teologia della Liberazione", che negli anni Settanta aveva creato un grande movimento rinnovatore all'interno della Chiesa latino-americana, ha affermato che questa dottrina "non ha più ragione di esistere a causa della incompatibilità tra ideologia marxista e teologia cristiana" pur riconoscendo che ha avuto qualche merito nel porre all'attenzione temi come la giustizia sociale e la liberazione dei popoli oppressi. 
Anche in altri ambiti, come quello del rapporto tra Chiesa e fedeli divorziati, ha rivelato posizioni non di netta chiusura ma tuttavia aderenti all'ortodossia, sostenendo che "i divorziati non possono accostarsi ai sacramenti, anche se non devono necessariamente essere allontanati dalla comunità ecclesiale" (http://www.youtube.com/watch?v=jx5Zg5sJgjM).
Più preoccupante la posizione espressa sullo scottante tema della pedofilia.
Nonostante sia ormai accertato che si tratta di una piaga molto diffusa tra il clero, dom Odilo ha mostrato di voler minimizzare il fenomeno affermando che "il problema non è solo della Chiesa e la prova sta nel fatto che il 90% dei casi di pedofilia si verificano in famiglia" http://www.domluizbergonzini.com.br/2012/05/e-dificil-separar-religiao-e-politica.html).
Insomma, niente a che vedere con figure carismatiche e progressiste come quella di dom Helder Camara o  di dom Paulo Evaristo Arns, già arcivescovo di San Paolo negli anni della dittatura militare.
L'elezione di un papa latino-americano avrebbe tuttavia una motivazione a mio avviso determinante: i cattolici del Sud America costituiscono oltre il 49% di tutta la popolazione cattolica mondiale.


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lunedì 4 febbraio 2013

VOTO ALL'ESTERO: "RISCHIO CARNEVALE" PER GLI ITALIANI RESIDENTI IN BRASILE

In una campagna elettorale all'insegna delle false promesse e nella quale trova spazio perfino il folle auspicio di un attentato di Al Qaeda che rada al suolo la sede del nostro Parlamento, pochissimo si parla del voto degli italiani residenti all'estero.
Eppure nel 2006 fu grazie a tre seggi del Senato conquistati fuori dai patri confini che il governo Prodi riuscì a insediarsi, compensando i circa 500mila voti in meno ottenuti.
Sulla stampa brasiliana comincia ora ad apparire qualche scarna notizia, confinata in taglio basso.
Nell'America del Sud sono 350mila gli elettori, chiamati a eleggere quattro deputati e due senatori. 
I candidati residenti in Brasile sono 19: tre dell'Usei (Unione Sudamericana Emigrati Italiani), quattro del Maie (Movimento Associativo Italiani all'Estero), tre del Partito Democratico, due del Popolo della Libertà, due di Italiani per la Libertà e ben cinque del Movimento di Beppe Grillo.
La loro campagna elettorale verte in genere sulla promessa di ottenere procedure più snelle per il conseguimento della cittadinanza italiana e per lo svolgimento delle pratiche pensionistiche.
Per poter votare gli italiani residenti in Brasile devono essere iscritti al registro dell'Aire (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero).
Il voto viene espresso tramite il canale postale. Entro il 6 febbraio verrà recapitata a tutti gli aventi diritto una busta contenente il certificato elettorale, la scheda elettorale, la lista dei candidati e una seconda busta preaffrancata che dovrà essere rispedita alla sede del Consolato entro e non oltre le ore 16 del 21 febbraio.
Si spera solo che il rito del Carnevale, che si sta celebrando in questo periodo in Brasile con ben altra enfasi rispetto a quello italiano, non pregiudichi la partecipazione al voto dei nostri compatrioti.


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