Discendente da genitori di nazionalità tedesca immigrati nello Stato del Rio Grande do Sul, è stato nominato arcivescovo della metropoli paulista nell'anno 2007, dopo essere stato per cinque anni vescovo ausiliario.
Dalle interviste da lui rilasciate emerge un profilo di ecclesiastico non propriamente conservatore ma sicuramente molto moderato.
Interrogato a proposito della "Teologia della Liberazione", che negli anni Settanta aveva creato un grande movimento rinnovatore all'interno della Chiesa latino-americana, ha affermato che questa dottrina "non ha più ragione di esistere a causa della incompatibilità tra ideologia marxista e teologia cristiana" pur riconoscendo che ha avuto qualche merito nel porre all'attenzione temi come la giustizia sociale e la liberazione dei popoli oppressi.
Anche in altri ambiti, come quello del rapporto tra Chiesa e fedeli divorziati, ha rivelato posizioni non di netta chiusura ma tuttavia aderenti all'ortodossia, sostenendo che "i divorziati non possono accostarsi ai sacramenti, anche se non devono necessariamente essere allontanati dalla comunità ecclesiale" (http://www.youtube.com/watch?v=jx5Zg5sJgjM).
Più preoccupante la posizione espressa sullo scottante tema della pedofilia.
Nonostante sia ormai accertato che si tratta di una piaga molto diffusa tra il clero, dom Odilo ha mostrato di voler minimizzare il fenomeno affermando che "il problema non è solo della Chiesa e la prova sta nel fatto che il 90% dei casi di pedofilia si verificano in famiglia" http://www.domluizbergonzini.com.br/2012/05/e-dificil-separar-religiao-e-politica.html).
Insomma, niente a che vedere con figure carismatiche e progressiste come quella di dom Helder Camara o di dom Paulo Evaristo Arns, già arcivescovo di San Paolo negli anni della dittatura militare.
L'elezione di un papa latino-americano avrebbe tuttavia una motivazione a mio avviso determinante: i cattolici del Sud America costituiscono oltre il 49% di tutta la popolazione cattolica mondiale.
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