mercoledì 12 dicembre 2012

MENSALAO, L'ACCUSA DI VALERIO: "LULA COMPLICE DELLA CORRUZIONE"

Lo scandalo del "mensalao" sfiora l'ex presidente Lula. Secondo la deposizione dell'imprenditore Marcos Valerio, condannato a 40 anni di reclusione, l'ex presidente sarebbe stato al centro della trama non solo perché informato dell'attività illecita ma anche perché a questa avrebbe concesso il proprio esplicito assenso.
Valerio ha inoltre confessato di aver dato del denaro a Lula per finanziare alcune spese personali: i soldi sarebbero stati depositati sul conto di una società di proprietà di Freud Godoy, all'epoca assistente di gabinetto nel governo di Luìs Inacio da Silva.
Altri colpi di scena potrebbero emergere dalla deposizione dell'imprenditore. Le sue rivelazioni, rese alla Procura generale della Repubblica nel tentativo di alleggerire la pesante pena inflittagli dai giudici, hanno riempito tredici pagine nel corso di una deposizione spontanea durata tre ore.
Pronta la reazione dei dirigenti del Pt (Partido dos Trabalhadores), secondo i quali le dichiarazioni di Valerio sarebbero solo un "tentativo disperato" per ridurre la propria condanna.
Nella nota divulgata alla stampa non manca anche una rivendicazione orgogliosa di quanto fatto dal partito negli ultimi dieci anni, "periodo in cui il Brasile ha vissuto un processo di sviluppo storico, nel quale le classi popolari per la prima volta sono diventate protagoniste".
Ricordando il successo ottenuto dal Pt alle recenti elezioni amministrative si afferma poi che "la campagna diffamatoria non conseguirà l'obiettivo di macchiare il lavoro che il partito ha fatto in difesa del paese, della democrazia e, soprattutto, delle classi più povere".
I condannati del "mensalao" sono in tutto 25. Tra questi figurano tre alti dirigenti del Pt: José Dirceu, ex capo di gabinetto, condannato a 10 anni e 10 mesi; José Genoino, ex presidente del partito (6 anni e 11 mesi); Delubio Soares, ex tesoriere (8 anni e 11 mesi).
Il termine con cui si suole nominare lo scandalo sta a indicare il pagamento di una sorta di "stipendio" ai deputati dell'opposizione che il partito al governo negli anni 2003-2005 avrebbe erogato affinché questi votassero alcune leggi ritenute di fondamentale importanza.
L'imprenditore Marcos Valerio, secondo lo schema ricostruito dal Supremo Tribunale Federale, per finanziare il partito di Lula e corrompere deputati di altri partiti avrebbe ottenuto dalla banca Bmg (Banco de Minas Gerais) falsi prestiti  che servivano da copertura di ingenti somme di denaro conseguite tramite contratti irregolari con l'impresa Visanet. Quest'ultima appartiene al Banco do Brasil, la cui proprietà è a maggioranza pubblica.


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