martedì 5 marzo 2013

ELEZIONI: PER LA STAMPA BRASILIANA ITALIA CONDANNATA A UNA "DERIVA INESORABILE"

L'Italia e la sua "strana" situazione post-elettorale (esito della precedente "strana maggioranza"?) sono sotto la lente d'ingrandimento di tutti i media a livello internazionale.
Non fa eccezione la stampa brasiliana, e del resto come potrebbe? In Brasile vive la più grande comunità di emigrati italiani nel mondo, con oltre 25 milioni di cittadini che vantano radici nel Belpaese.
Diciamo subito che per quanto si legge sui quotidiani brasiliani i nostri politici non ne escono un granché bene, anzi diciamo pure che ne escono malissimo.
Il candidato del Pd, Pierlugi Bersani, viene definito un "comunista riciclato" e dipinto come una persona "grigia" e con scarso appeal.
Di Monti si sottolinea quello che viene considerato senza mezzi termini "un insuccesso totale", nonostante gli si attribuisca il sostegno degli imprenditori (e questo non è del tutto vero), della Chiesa e dell'Unione Europea. Lo scarso consenso raccolto dalla coalizione, alla cui testa è sceso in campo il Presidente del Consiglio uscente, viene attribuito alla "tremenda recessione" dell'economia durante il suo mandato anche se gli si riconosce il merito di aver salvato l'Italia dall'abisso sull'orlo del quale era stata portata dal precedente governo Berlusconi.
Al Movimento 5 Stelle si attribuisce un ottimo risultato elettorale, ma il suo leader Beppe Grillo non suscita nessuna simpatia. Del comico, definito "imprevedibile", si mette in evidenza una grave contraddizione:"Rifiuta l'etichetta di "antipolitica", - scrive sul quotidiano Folha de Sao Paulo l'inviato Clovis Rossi - "ma è difficile sfuggire a questa definizione quando lui definisce i politici degli zombie".
Ancora più duro l'affondo se si passa ai commenti dell'altro grande quotidiano paulista, O Estado: "Questa ambiziosa costruzione politico-economica che si chiama Unione Europea, con più di mezzo secolo di vita, composta da 27 Stati, è nelle mani di un comico, di un vecchio pagliaccio della TV" - scrive Gilles Lapouge - che parla senza mezzi termini di "deriva inesorabile dell'Italia".
Ora domandiamoci: quanto questa immagine fosca del nostro Paese arriverà a compromettere le relazioni economiche in atto tra Italia e Brasile?
Forse non tutti sanno che là operano centinaia di imprese italiane che in questi anni stanno faticosamente cercando di reagire alla crisi attraverso quel difficile processo che si chiama internazionalizzazione.
E con quale autorevolezza il ministro dell'Ambiente Clini il 13 marzo volerà a Brasilia per partecipare a un seminario sulla "Collaborazione italo-brasiliana per lo sviluppo delle infrastrutture"?
Domande retoriche, essendo scontata la risposta. Ma purtroppo molti italiani ancora non se ne rendono conto.


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