sabato 9 giugno 2012

CON LA CULTURA NON SI MANGIA? FORSE... PERO´SI VIVE!

La cultura sembra avere un posto importante qui a San Paolo.
Ricordate quando un ministro italiano aveva tagliato i fondi affermando che "tanto con la cultura non si mangia?". Beh, dimenticatelo!
Nella metropoli paulista hanno trovato un sistema per fare cultura senza dover ricorrere alle casse statali. Come? Obbligando le imprese a finanziarla.
E´cosi`che e`nato il Sesc Pompeia, un Centro Culturale che prende il nome dal quartiere in cui ha sede.
Il Sesc, invece, e`l` associazione di imprese del settore Commercio e Servizi che, come detto, lo sostiene con finanziamenti imposti dallo Stato.
Il Centro e` localizzato in una fabbrica dismessa e recuperata nel 1977 da un´architetta italo-brasiliana, Lina Bo Bardi, a cui si deve anche la progettazione del Masp, il Museo di Arte che si trova sull´ Avenida Paulista.
Nata e vissuta in Italia fino all´ eta`di 32 anni, Lina Bo si trasferì in Brasile dopo essersi sposata con il giornalista Pietro Maria Bardi.
Militante del Partito Comunista Italiano e partigiana durante la Resistenza, dopo la seconda guerra mondiale si trovo`senza lavoro. Partita alla volta del Brasile in cerca di nuove occasione e nuovi stimoli, si innamoro`di Rio de Janeiro, ma dopo qualche anno si trasferi`a San Paolo dove rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1992.
Passando nei dintorni dell´edificio che allora ospitava una fabbrica, rimase colpita dal fatto che molta gente si incontrava proprio  li` per chiacchierare e passare del tempo insieme.
Cosi`decise che quel luogo doveva assolutamente servire a quello scopo!
Oggi l´edificio ospita un teatro, due caffetterie, spazi per corsi di attivita`creative (ceramica, incisione) e mostre, esposizioni di prodotti artigianali, una biblioteca.
Ma c´e` anche un´ enorme sala attraversata da un ruscello e dotata di comodi divani dove chiunque liberamente puo`sedersi a leggere o conversare.
In questo periodo ospita una mostra fotografica di Renata Castello Branco con 84 ritratti di abitanti di Paraisopolis, una favela con una popolazione stimata tra gli 80 e i 100 mila residenti e confinante con il ricco bairro di Morumbi.
La favela e`stata oggetto di alcuni interventi migliorativi dal punto di vista urbanistico, per realizzare i quali e`stato necessario abbattere molte baracche. Prima che queste fossero distrutte, la fotografa ha voluto ritrarle con le persone che le abitavano, un lavoro che e`durato due anni e che si e` tradotto in una mostra molto interessante sia per la bellezza dei ritratti che per l´ allestimento ben curato.

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