venerdì 26 ottobre 2012

QUARANT' ANNI DI CARCERE PER L'IMPRENDITORE ACCUSATO DI CORRUZIONE

Si profilano pene molto pesanti per lo scandalo cosiddetto del "mensalao". Dicasi corruzione, termine molto citato di questi tempi anche in casa nostra, ma di cui evidentemente non deteniamo l'esclusiva.
Il Supremo Tribunal Federal ha infatti calcolato in 40 anni e un mese la pena per l'imprenditore Marco Valerio, colui che, nello schema ricostruito dal tribunale, avrebbe usato le sue imprese per far arrivare finanziamenti sottobanco ai deputati dell'opposizione durante il governo Lula tra il 2003 e il 2005.
Con l'emissione di falsi contratti avrebbe fatto da tramite tra i vertici del Pt e alcune banche per corrompere i parlamentari e indurli a votare alcune leggi ritenute di vitale importanza per il governo allora in carica. Va detto inoltre che quelli bancari erano in realtà dei falsi prestiti e servivano a occultare finanziamenti ottenuti dalla società Visanet del Banco do Brasil, di cui lo stato brasiliano è maggior azionista: di conseguenza il denaro sottratto può essere considerato denaro pubblico.
La pesantissima punizione, a cui va ad aggiungersi una richiesta di risarcimento pari a 2,8 milioni di reais, deriva dalla somma delle pene corrispondenti a cinque diversi reati: corruzione attiva (14 anni, 10 mesi e 10 giorni), evasione fiscale (5 anni e 10 mesi), associazione a delinquere (2 anni e 11 mesi), riciclaggio (6 anni, 2 mesi e 20 giorni), peculato (10 anni, 3 mesi e 6 giorni).
Con certezza l'imprenditore dovrà trascorrerne una parte in carcere, dato che per la legislazione brasiliana le pene superiori agli 8 anni devono essere scontate in regime restrittivo.
Dopo questo pronunciamento tremano gli altri 24 imputati nel maxiprocesso, tra cui i massimi vertici del Pt José Dirceu (ex capo di gabinetto) e José Genoino (ex presidente del partito).
Quest'ultimo, nel proclamarsi innocente, ha parlato di "tesi prestabilita e fondata non su prove ma su semplici indizi".
Lo scandalo del "mensalao" non ha invece sfiorato l'ex presidente Lula, che recentemente ha dichiarato di non volersi più ricandidare alla presidenza. L'ombra della corruzione, se pure non l'ha macchiato, può tuttavia aver pesato in questa sua decisione.


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