venerdì 14 settembre 2012

"IL BRASILE CRESCE PERCHE' NON C'E' CONFLITTUALITA'"

Uno degli elementi che rendono possibile il miracolo brasiliano è la stabilità politica di questo Paese, la cui estensione è di circa ventisei volte quella dell'Italia.
Per spiegare come sia stato possibile raggiungerla, ho trovato molto illuminante un articolo uscito recentemente sulla Folha de S. Paulo, a firma Katia Abreu, una senatrice del Psd (Partido Social Democratico).
La Abreu prende a prestito una riflessione dell'ex presidente Fernando Henrique Cardoso, che cita testualmente: "Il Brasile che abbiamo oggi, e di cui siamo giustamente orgogliosi, è il risultato di una sequenza virtuosa di eventi politici ed economici che inizia con la nuova Costituzione, passa per l'apertura dell'economia promossa dal governo Collor, prosegue con l'abbattimento dell'inflazione e la riforma dello Stato realizzata sotto il mio governo, e avanza con le politiche di inclusione sociale del governo Lula".
Per capire meglio la portata di questa dichiarazione occorre sapere che Collor, primo presidente liberamente eletto dopo 25 anni di dittatura, è un liberal-conservatore; Cardoso, eletto dopo che Collor fu destituito per impeachment, è un esponente socialdemocratico del Psdb; Luis Inacio da Silva, a tutti noto come Lula, è tra i fondatori del Pt, partito di estrema sinistra.
Non quindi esponenti della medesima parte politica, ma di partiti tra loro anche molto differenti e in concorrenza, come succede nei paesi democratici in cui vige l'alternanza.
Una situazione anomala per l'America Latina, sottolinea la Abreu, continente in cui "vige l'ossessione della continuità (facile pensare a Paesi come il Venezuela o la Bolivia, ndr.) o l'alternanza conflittuale che finisce per distruggere o squalificare ciò che è stato realizzato dai governi precedenti".
Per la senatrice socialdemocratica un esempio negativo viene anche dagli Stati Uniti, dove "gravi problemi dell'economia e dello Stato non vengono affrontati perché le istituzioni politiche vivono una condizione di impasse permanente".
E l'attuale governo brasiliano, si sta muovendo nella linea della continuità o della conflittualità?
Secondo la Abreu le ultime decisioni prese dalla presidenta Dilma Rousseff, con il lancio di un grande programma di concessioni ai privati di strade e ferrovie a cui faranno seguito analoghe concessioni riguardo a porti, idrovie e aeroporti "alimenta un nuovo circolo virtuoso" nella sequenza di fatti elencata dall'ex presidente Cardoso.
La decisione della Rousseff di aprire ai privati, che non è stata esente da contestazioni ma è stata applaudita dalla maggioranza dell'opinione pubblica, dei politici e dei media, viene giudicata dalla senatrice socialdemocratica un esempio della capacità dell'attuale governo di affrontare e risolvere i problemi dell'economia e in particolare della competitività delle imprese.
Non manca una stoccata all'Europa, che agli occhi dei Paesi emergenti deve apparire sempre più vecchia e acciaccata.
"Persistere nella convinzione che il governo può sopperire a tutte le necessità significa scegliere l'arretratezza e la povertà e di seguito l'inflazione e la rovina dello Stato. L'Europa è lì a ricordarcelo".

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