lunedì 13 agosto 2012

IL BRASILE CRESCE MA NON DIMENTICA I SUOI POVERI. CONTRIBUTI SOLO A CHI FA STUDIARE I FIGLI

Tra i Paesi emergenti il Brasile è forse l'unico che sta sperimentando una redistribuzione del reddito tra le fasce più povere della popolazione.
Ne è un esempio il programma denominato "Bolsa familia", lanciato nel 2003 da Lula e ulteriormente ampliato e migliorato nel 2011 dall'attuale presidenta Dilma Roussef.
In sintesi, si tratta di provvedimenti che vanno dalla concessione di denaro, alla distribuzione di integratori alimentari, alla facilitazione dell'accesso al microcredito. Il tutto condizionato alla messa in atto da parte delle famiglie beneficiarie di alcuni comportamenti virtuosi, quali per esempio la frequenza scolastica dei figli.
La città di Rio de Janeiro sembra essere quella che sta attuando in modo più esemplare il programma, con una collaborazione tra diverse istituzioni - municipalità, prefettura, scuola - che, in un articolo apparso ieri sulla Folha de S. Paulo, l'economista Marcelo Neri ha definito "ammirevole".
Ogni due mesi gli alunni che beneficiano dei contributi sono sottoposti a dei test per verificare i progressi compiuti nell'apprendimento. Oltre alla frequenza e al rendimento viene valutata, ai fini della concessione del beneficio, anche la partecipazione dei genitori alle riunioni scolastiche.
Gli alunni portatori di handicap e gli studenti che vivono in aree particolarmente disagiate sono destinatari di contributi ulteriori.
Attualmente il programma "Bolsa familia" nella città di Rio riguarda 540 mila persone, di cui più della metà sono bambini, per un impegno economico di 130 milioni di reais all'anno.

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